Ogni volta che si parla di migrazione a una nuova versione di Odoo, il tema più spinoso non riguarda quasi mai i dati o le funzionalità standard: il vero nodo sono i moduli personalizzati.
Se ci pensiamo, è naturale: ogni azienda che adotta Odoo lo fa perché vuole un gestionale flessibile, capace di adattarsi ai propri processi. Nel tempo, si aggiungono campi su misura, automazioni, reportistica dedicata, funzioni sviluppate ad hoc. Tutto questo diventa un patrimonio prezioso… ma anche un vincolo quando si decide di passare alla nuova release.
Con Odoo 18 l’esigenza è ancora più forte: il sistema introduce miglioramenti tecnologici, nuove API, funzionalità native più ricche e un’interfaccia ancora più orientata all’usabilità. Restare indietro significa rinunciare a performance, sicurezza e nuove opportunità. Ma migrare senza una strategia chiara può trasformarsi in un boomerang: moduli che smettono di funzionare, codice obsoleto, costi imprevisti e ritardi operativi.
In questo articolo vogliamo affrontare a fondo il tema cruciale della compatibilità dei moduli personalizzati durante la migrazione a Odoo 18, analizzando le sfide più comuni e le soluzioni possibili. Lo faremo con un approccio pratico e discorsivo: niente tecnicismi fini a sé stessi, ma casi reali e consigli operativi per trasformare un rischio in un’occasione di crescita.
Odoo e le personalizzazioni: opportunità e insidie
Una delle ragioni per cui Odoo ha conquistato così tante aziende in settori diversi è proprio la sua modularità. Non si tratta solo di installare app standard come Vendite, Magazzino, Contabilità o Produzione: la vera forza è la possibilità di adattare il gestionale ai processi specifici, aggiungendo o modificando funzioni con moduli personalizzati.
Perché i moduli custom sono così importanti?
Aderenza ai processi aziendali: ogni impresa ha un “modo proprio” di lavorare. Un modulo custom permette di rispecchiare quel metodo senza dover piegare l’organizzazione al software.
Automazioni su misura: dal calcolo di un margine particolare, all’invio automatico di documenti, fino alla gestione di regole fiscali complesse. Tutto ciò che velocizza e riduce errori diventa un vantaggio competitivo.
Innovazione e differenziazione: i moduli sviluppati ad hoc consentono di introdurre logiche che magari i competitor non hanno, creando un vantaggio unico.
Ma c’è anche l’altro lato della medaglia…
Se da un lato i moduli personalizzati rendono Odoo uno strumento potentissimo, dall’altro introducono alcune insidie:
- Lock-in tecnologico: più codice custom significa più difficoltà a migrare o aggiornare senza il supporto dello sviluppatore che l’ha scritto.
- Costi di manutenzione: ogni aggiornamento richiede test, refactoring e correzioni sul codice personalizzato.
- Compatibilità limitata: alcune personalizzazioni possono entrare in conflitto con nuove funzioni native introdotte da Odoo, rendendole inutilizzabili o complicando l’integrazione.
- Rallentamenti: moduli scritti senza seguire le linee guida di Odoo possono appesantire il sistema, con effetti negativi su prestazioni e scalabilità.
La differenza tra personalizzazioni “buone” e “cattive”
Non tutte le customizzazioni sono uguali. Possiamo distinguere tra:
- Personalizzazioni buone: rispettano gli standard Odoo, sono modulari, documentate, facili da manutenere. In molti casi possono essere migrate con interventi minimi.
- Personalizzazioni cattive: sovrascrivono direttamente il codice standard, non sono versionate, non hanno documentazione, introducono logiche ridondanti o difficili da capire. In questi casi la migrazione diventa un percorso a ostacoli.
👉 La vera sfida, dunque, non è “se migrare o no”, ma come valutare e gestire le personalizzazioni per trasformarle da vincolo a risorsa.
Perché migrare è complesso con moduli personalizzati
Quando si parla di migrazione a Odoo 18, molti pensano che si tratti di un semplice “upgrade” come avviene con altri software. In realtà, il salto da una versione all’altra è un processo ben più articolato, soprattutto se l’istanza è stata arricchita con moduli personalizzati.
Il motivo è che Odoo non è un gestionale statico: a ogni nuova release porta con sé cambiamenti profondi nelle API, nelle logiche contabili, nei modelli di database e persino nell’interfaccia utente. Se i moduli custom non sono scritti seguendo standard aggiornati, il rischio è che smettano di funzionare o creino conflitti con le nuove funzionalità native.
Differenze tecniche tra versioni
Ogni nuova versione di Odoo introduce novità che possono “rompere” il codice custom. Alcuni esempi:
- API cambiate o rimosse: una funzione che in Odoo 14 era disponibile potrebbe non esistere più in Odoo 18, costringendo a riscrivere il modulo.
- Campi deprecati: attributi nei modelli standard possono essere stati eliminati o sostituiti, rendendo inutilizzabili personalizzazioni che li richiamano.
- Nuove logiche di business: ad esempio, la gestione della contabilità o dei metodi di pagamento nel POS evolve di versione in versione, e se un modulo custom ha “forzato” la logica standard rischia di entrare in conflitto.
Compatibilità e dipendenze
Molti moduli personalizzati non vivono isolati: si appoggiano ad altri moduli, sia standard che sviluppati internamente. Questo significa che una piccola modifica può avere effetti a catena: aggiornare un modulo di contabilità personalizzato può bloccare funzioni nel magazzino, nei report o nelle vendite.
Inoltre, se negli anni sono stati installati moduli della community (OCA o sviluppatori terzi), la situazione si complica: non sempre vengono mantenuti aggiornati alla stessa velocità delle release ufficiali Odoo, e integrarli con il codice custom può diventare un rompicapo.
Esempi concreti di criticità
Per capire meglio, immaginiamo alcuni scenari tipici:
- Report PDF personalizzati: in Odoo 15 un’azienda ha creato un report su misura per le fatture. In Odoo 18 il motore di rendering cambia, e il layout non viene più riconosciuto. Risultato: le fatture non possono essere stampate finché il report non viene riscritto.
- Campi aggiunti nei modelli: una personalizzazione ha introdotto campi extra negli ordini di vendita. Con Odoo 18, il modello sale.order ha subito modifiche: i campi non vengono migrati correttamente e i dati rischiano di andare persi.
- Modelli ridefiniti: un modulo custom ha sovrascritto la logica di calcolo delle tasse. In Odoo 18 la gestione dell’IVA è stata migliorata, ma la personalizzazione non è compatibile: o si riscrive, o si rinuncia ai nuovi vantaggi introdotti dalla versione.
Un equilibrio delicato
In sintesi, ogni migrazione con moduli personalizzati è una partita di equilibrio tra tre esigenze:
- Non perdere le funzioni su misura che l’azienda usa tutti i giorni.
- Sfruttare le nuove feature di Odoo 18 (senza rimanere bloccati da codice obsoleto).
- Contenere costi e tempi del progetto, evitando che la migrazione diventi un lavoro infinito.
👉 Ecco perché la pianificazione è fondamentale: prima di premere il pulsante “aggiorna”, serve un’analisi approfondita del codice custom e delle sue dipendenze.
Le principali sfide da affrontare
Una volta compreso perché la migrazione a Odoo 18 con moduli personalizzati sia un tema complesso, è importante entrare nel dettaglio delle sfide più comuni che le aziende si trovano ad affrontare. Conoscerle in anticipo permette di pianificare meglio e ridurre al minimo i rischi.
Compatibilità tecnica
La prima grande sfida è, senza dubbio, la compatibilità.
- Codice obsoleto: se i moduli sono stati sviluppati anni fa, è probabile che contengano funzioni ormai deprecate o incompatibili con le librerie di Odoo 18.
- Moduli deprecati: può capitare che un modulo standard su cui si basava il custom non esista più nella nuova release, obbligando a trovare un’alternativa.
- Conflitti con nuove funzionalità native: spesso Odoo introduce feature che sostituiscono quelle sviluppate ad hoc. Il rischio è ritrovarsi con due logiche parallele che si scontrano, generando errori o risultati incoerenti.
👉 Esempio pratico: un’azienda aveva personalizzato il modulo POS per gestire carte regalo. Con Odoo 18 la funzionalità è diventata nativa e molto più completa. Il vecchio modulo custom va disattivato o adattato, altrimenti crea conflitti in contabilità e nella gestione degli incassi.
Gestione dei dati
Un altro punto critico riguarda i dati collegati alle personalizzazioni.
- Mapping dei campi: se i modelli cambiano, anche i dati devono essere riallineati. Non basta copiare i record da un database all’altro: serve una mappatura precisa di ogni campo.
- Rischio di perdita dati: campi custom non documentati o mal strutturati possono “sparire” durante la migrazione, causando la perdita di informazioni storiche.
- Qualità e coerenza: i dati generati da moduli non standard rischiano di non rispettare le regole di integrità di Odoo 18, generando errori nei report contabili o nelle riconciliazioni bancarie.
👉 Caso tipico: un modulo custom gestiva le provvigioni degli agenti con campi extra sugli ordini. Durante la migrazione, quei campi non vengono riconosciuti: senza un lavoro di mapping, le provvigioni storiche risultano perse e il commerciale non ha più visibilità.
Performance e stabilità
Non tutti i moduli personalizzati sono stati sviluppati con attenzione alle performance. Con la migrazione a Odoo 18, questo può diventare un problema.
- Codice non ottimizzato: query pesanti o cicli mal strutturati che rallentavano poco in passato, con i nuovi volumi di dati diventano insostenibili.
- Carichi maggiori: Odoo 18 introduce nuove funzionalità che possono aumentare le elaborazioni in background. Se i moduli custom non sono pronti a gestirle, il sistema rallenta.
- Rischio di crash: un modulo scritto senza rispettare gli standard di Odoo può mandare in errore l’intera istanza durante operazioni critiche come la chiusura di cassa.
Costi e tempi
Ultima, ma non meno importante, la questione economica.
- Tempi di riscrittura: alcune personalizzazioni richiedono di essere completamente riscritte per funzionare con Odoo 18.
- Testing estensivo: più codice custom c’è, più tempo servirà per testare che tutto funzioni correttamente dopo la migrazione.
- Formazione interna: se alcune logiche vengono sostituite dalle funzionalità standard, i team devono imparare a usarle correttamente.
- Rischio di sottovalutazione: molte aziende pensano che la migrazione richieda poche settimane, ma con moduli custom complessi i tempi possono raddoppiare o triplicare.
👉 Spesso, il costo maggiore non è tecnico ma organizzativo: un modulo custom che cambia logica obbliga l’azienda a ripensare i propri processi, con resistenze interne e necessità di formazione.
Un quadro chiaro delle difficoltà
In sintesi, le sfide principali non sono solo “tecniche”, ma si intrecciano con aspetti organizzativi, economici e persino culturali. Una migrazione con moduli personalizzati significa affrontare compatibilità, dati, performance e costi in modo integrato.
👉 Il passo successivo sarà capire quali strategie adottare per gestire queste difficoltà, senza bloccare il business e senza rinunciare alle personalizzazioni più preziose.
Strategie per una migrazione sicura
Dopo aver analizzato le sfide, è il momento di capire come affrontare concretamente la migrazione a Odoo 18 quando ci sono moduli personalizzati in gioco. Non esiste una ricetta universale valida per tutte le aziende, ma ci sono strategie e best practice che possono ridurre drasticamente rischi, tempi e costi.
Analisi preliminare: l’inventario dei moduli custom
Il primo passo è sempre una mappatura completa delle personalizzazioni esistenti.
- Catalogare i moduli custom: capire quali sono attivi, quali inutilizzati e quali critici per l’operatività.
- Valutare l’impatto: un modulo che gestisce un processo core (es. fatturazione, POS, produzione) ha priorità assoluta rispetto a una piccola automazione secondaria.
- Distinguere tra “essenziali” e “superflui”: spesso si scopre che alcune personalizzazioni non servono più, perché sostituite da funzionalità native o perché i processi aziendali sono cambiati.
👉 Un inventario ben fatto evita di sprecare risorse nel migrare moduli che nessuno utilizza più.
Valutazione: mantenere, riscrivere o abbandonare
Una volta fatto l’inventario, ogni modulo va valutato con una domanda chiave:
- Vale la pena mantenerlo così com’è?
- Conviene riscriverlo per Odoo 18?
- Oppure è meglio abbandonarlo e sostituirlo con una funzionalità standard?
Spesso, la migrazione diventa l’occasione per semplificare l’ecosistema Odoo: meno moduli custom significa meno costi futuri e più facilità di aggiornamento.
👉 Esempio: un’azienda aveva un modulo custom per gestire i pagamenti sospesi nel POS. Con Odoo 18 la gestione è nativa. Risultato: il modulo viene dismesso e sostituito con la funzionalità standard, riducendo complessità e rischi.
Refactoring del codice
Per i moduli che devono essere mantenuti, la parola chiave è refactoring.
- Aggiornamento alle nuove API: adattare funzioni e metodi agli standard di Odoo 18.
- Pulizia del codice: eliminare ridondanze, funzioni duplicate o logiche superate.
- Aderenza agli standard Odoo: usare i design pattern consigliati, seguire la struttura dei moduli ufficiali, garantire compatibilità futura.
- Versioning e documentazione: ogni modifica deve essere tracciata, documentata e facilmente manutenibile da qualsiasi sviluppatore.
👉 Una buona regola è: se il modulo non è stato aggiornato per almeno due versioni, conviene quasi sempre riscriverlo invece di adattarlo.
Uso di ambienti di test e staging
La migrazione non va mai fatta direttamente sull’ambiente di produzione. Serve un percorso strutturato:
- Ambiente di sviluppo: per adattare i moduli e fare i primi test.
- Ambiente di staging (pre-produzione): per testare con dati reali, simulare processi e verificare performance.
- Ambiente di produzione: solo dopo test approfonditi e validazioni si procede al go-live.
👉 In questa fase è fondamentale coinvolgere gli utenti chiave dell’azienda: sono loro che conoscono i processi e possono identificare subito anomalie o incongruenze.
Test automatici e manuali
Una strategia vincente combina entrambi i tipi di test:
- Test automatici: verificano che i moduli custom rispettino la logica standard di Odoo (unit test, test di integrazione).
- Test manuali: indispensabili per controllare casi reali, come la stampa di un report, la generazione di un documento contabile o la gestione di un ordine complesso.
👉 L’obiettivo non è solo verificare che “funzioni”, ma che funzioni esattamente come si aspetta l’azienda, senza impatti negativi sui processi.
Coinvolgimento di partner esperti
Ultimo, ma non meno importante, il fattore umano. Una migrazione con moduli personalizzati non è un progetto da improvvisare:
- Partner certificati Odoo conoscono le best practice e possono anticipare problemi comuni.
- Team misti (interni ed esterni) garantiscono che il know-how aziendale e quello tecnico vadano nella stessa direzione.
- Governance chiara: serve un responsabile di progetto che tenga le fila tra esigenze aziendali e attività tecniche.
👉 Senza una guida esperta, il rischio è che la migrazione diventi un “cantiere infinito”, con ritardi, bug e costi fuori controllo.
Una base solida per il futuro
Seguendo queste strategie - inventario, valutazione, refactoring, ambienti di test e coinvolgimento di esperti - la migrazione a Odoo 18 non solo diventa più sicura, ma può trasformarsi in un’occasione per ripulire, ottimizzare e semplificare il gestionale.
👉 Nel prossimo capitolo vedremo come passare dalle strategie alla pratica, con soluzioni concrete che vanno dal codice alla governance aziendale.
Soluzioni pratiche: dal codice alla governance
Dopo aver definito le strategie, è il momento di entrare nel concreto. Una migrazione a Odoo 18 con moduli personalizzati non si vince solo con il refactoring tecnico, ma anche con un approccio che tenga conto della governance aziendale e delle scelte di lungo periodo.
Sostituire il custom con il modulo standard
Spesso, il primo passo è chiedersi: questo modulo serve davvero?
Con Odoo 18 molte funzionalità che un tempo richiedevano sviluppi ad hoc ora sono disponibili “out of the box”.
- Pagamenti sospesi nel POS: oggi gestiti nativamente con scritture automatiche in contabilità.
- Carte regalo e voucher: prima custom, ora gestibili come prodotti servizio con codici univoci e piena integrazione fiscale.
- Cash in & cash out: movimenti di cassa integrati direttamente nei registri contabili.
👉 Ogni volta che si può sostituire un custom con lo standard, conviene farlo. Non solo riduce i costi di manutenzione, ma garantisce aggiornamenti futuri senza intoppi.
Ridurre la complessità con il principio KISS
Il principio KISS – Keep It Simple, Stupid si applica perfettamente anche a Odoo.
- Evitare moduli che riscrivono logiche intere, se basta aggiungere un campo o un’automazione semplice.
- Spezzare moduli complessi in più componenti indipendenti, così che siano più facili da testare e aggiornare.
- Eliminare funzionalità duplicate o ridondanti, che creano confusione e allungano i tempi di manutenzione.
👉 Una regola d’oro: ogni personalizzazione deve avere un obiettivo chiaro e circoscritto. Se diventa un “contenitore di tutto”, è un segnale che andrebbe riprogettata.
Documentazione e versioning
Uno degli errori più comuni è avere moduli personalizzati senza documentazione o senza controllo di versione. In fase di migrazione, questo diventa un incubo.
- Versioning con Git: ogni modifica deve essere tracciata, così da sapere quando e perché è stata introdotta.
- Commenti nel codice: spiegare la logica non è un lusso, ma un investimento per chi dovrà mantenere il modulo.
- Manuali interni: documentare come usare le funzionalità custom aiuta a capire se sono ancora necessarie o se possono essere eliminate.
👉 Una buona documentazione non serve solo agli sviluppatori: è uno strumento di governance per il management, che può valutare costi e benefici delle personalizzazioni.
Definire una governance delle personalizzazioni
La migrazione è anche l’occasione per stabilire regole chiare su come gestire le personalizzazioni in futuro.
- Processo di approvazione: ogni nuovo modulo deve essere valutato da un comitato tecnico-funzionale, non deciso “al volo” da un singolo reparto.
- Linee guida di sviluppo: il codice deve seguire gli standard Odoo, essere modulare e facilmente migrabile.
- Ciclo di vita del modulo: prevedere revisioni periodiche per capire se un custom è ancora utile o se può essere sostituito.
- Budget dedicato: allocare risorse specifiche alla manutenzione dei moduli, così da non trovarsi impreparati alle future migrazioni.
👉 Con una governance chiara, le personalizzazioni diventano una risorsa strategica, non un ostacolo.
Coinvolgere gli utenti chiave
Le soluzioni tecniche non bastano: serve anche il coinvolgimento delle persone che usano Odoo ogni giorno.
- Raccogliere feedback: capire quali personalizzazioni sono davvero utili e quali invece complicano la vita.
- Formazione: se una funzione custom viene sostituita da una nativa, gli utenti devono essere formati sul nuovo processo.
- Testing condiviso: far provare i nuovi flussi in ambiente di staging per validare la migrazione prima del go-live.
👉 Coinvolgere gli utenti evita resistenze interne e aumenta l’adozione della nuova versione.
Pensare al futuro, non solo al presente
Infine, una soluzione pratica ma troppo spesso trascurata: progettare i moduli custom con uno sguardo al futuro.
- Scrivere codice “pulito” e allineato agli standard significa rendere più semplice la prossima migrazione.
- Evitare di “bucare” il core di Odoo: le personalizzazioni vanno fatte estendendo, non sovrascrivendo, così da garantire compatibilità.
- Pianificare aggiornamenti regolari: invece di migrare ogni 4 o 5 anni, conviene adottare un approccio di upgrade più frequente e meno traumatico.
Dal codice alla governance: la chiave del successo
In definitiva, le soluzioni pratiche non si limitano al refactoring tecnico, ma toccano anche la gestione aziendale delle personalizzazioni. Un’azienda che vuole sfruttare al meglio Odoo 18 deve unire la competenza tecnica con una visione organizzativa chiara.
👉 Nel prossimo capitolo vedremo un caso d’uso concreto di migrazione con moduli personalizzati, per capire come queste soluzioni si applicano nella realtà.
Caso d’uso: una migrazione con moduli personalizzati
Per comprendere meglio le difficoltà e le soluzioni di una migrazione con moduli personalizzati, vediamo un esempio narrativo realistico (basato su esperienze comuni, ma senza riferimenti a un’azienda reale).
Il contesto aziendale
La società Alfa Distribuzione opera nel settore alimentare con una rete di negozi fisici e un eCommerce integrato. Da anni utilizza Odoo 14 con diverse personalizzazioni:
- Un modulo custom per il POS, che gestisce carte regalo e pagamenti sospesi.
- Un modulo di logistica sviluppato ad hoc per tracciare i lotti con regole più rigide rispetto a quelle standard.
- Un report personalizzato per la contabilità, che esporta i dati in un formato richiesto dal commercialista.
Per anni il sistema ha funzionato bene, ma con il crescere del business (più punti vendita, più utenti, più transazioni) emergono i limiti: rallentamenti, difficoltà di manutenzione e impossibilità di sfruttare le nuove funzionalità. Il management decide quindi di migrare a Odoo 18.
Le sfide incontrate
Durante l’analisi preliminare emergono diversi ostacoli:
- POS personalizzato: in Odoo 18 la gestione di carte regalo e pagamenti sospesi è già nativa. Il vecchio modulo custom rischia di creare conflitti.
- Modulo logistica: alcune logiche sono diventate ridondanti perché Odoo 18 ha introdotto controlli più avanzati sulla tracciabilità.
- Report contabile: il motore di rendering dei PDF è cambiato, e il report non viene più visualizzato correttamente.
A questo si aggiunge un problema tipico: il modulo custom non era documentato, e l’unico sviluppatore che lo conosceva non lavora più in azienda.
Le decisioni prese
Il team di progetto, insieme al partner Odoo, adotta una strategia pragmatica:
- Eliminazione del custom POS: sostituito dalle funzionalità standard, con un risparmio di tempo e costi.
- Refactoring parziale del modulo logistica: alcune funzioni eliminate perché ridondanti, altre riscritte secondo gli standard Odoo 18.
- Riscrittura del report contabile: adeguato al nuovo motore di rendering e ottimizzato per esportazioni future.
- Documentazione e versioning: tutti i moduli custom aggiornati sono inseriti in un repository Git, con manuale interno per gli utenti.
Il percorso di migrazione
- Inventario e analisi: mappati tutti i moduli custom e classificati per criticità.
- Ambiente di staging: ricreato il database su Odoo 18 per testare le funzioni più critiche.
- Test con gli utenti chiave: i cassieri provano il nuovo POS, il reparto logistica valida i flussi di tracciabilità, l’amministrazione controlla la contabilità.
- Go-live graduale: prima un punto vendita pilota, poi l’estensione agli altri negozi.
I risultati
Dopo tre mesi di progetto, la migrazione è completata con successo:
- Meno moduli custom: da 12 a 7, con conseguente riduzione dei costi di manutenzione.
- Maggior stabilità: niente più conflitti tra moduli, grazie alla sostituzione con funzionalità standard.
- Velocità del sistema: il refactoring ha migliorato le performance, riducendo i tempi di caricamento nel POS.
- Maggiore autonomia interna: con documentazione e versioning, il team IT interno è in grado di gestire le personalizzazioni senza dipendere totalmente dai fornitori.
La lezione imparata
La migrazione a Odoo 18 non è stata solo un aggiornamento tecnico, ma un’occasione per ripensare l’ecosistema aziendale.
- Le personalizzazioni davvero utili sono state mantenute e migliorate.
- Quelle superflue o ridondanti sono state abbandonate.
- Il sistema ora è più semplice, più veloce e pronto per le future evoluzioni.
👉 Questo caso dimostra che, con il giusto approccio, anche una migrazione complessa con moduli personalizzati può trasformarsi in un salto di qualità per tutta l’organizzazione.
Best practice per il futuro
Una volta completata la migrazione a Odoo 18, il lavoro non finisce. Se l’obiettivo è non ritrovarsi nelle stesse difficoltà alla prossima release, serve adottare un approccio strutturato alla gestione delle personalizzazioni. Ecco alcune best practice da seguire.
Scrivere codice conforme agli standard Odoo
La regola d’oro è: non reinventare la ruota.
- Usare i metodi e le API ufficiali, evitando scorciatoie che “forzano” il core.
- Strutturare i moduli secondo il modello Odoo (cartelle, manifest, dipendenze).
- Seguire le linee guida della community (OCA) per garantire coerenza e qualità.
👉 Un codice pulito e standardizzato è molto più semplice da migrare e da far manutenere a qualsiasi sviluppatore.
Puntare sulla modularità
Una personalizzazione monolitica è difficile da gestire.
- Spezzare le funzioni in piccoli moduli indipendenti facilita i test e le future modifiche.
- Evitare moduli “onnicomprensivi” che mescolano logiche diverse (es. contabilità + magazzino nello stesso pacchetto).
- Usare dipendenze minime, così ogni modulo resta agile e poco vincolato ad altri.
👉 La modularità non è solo un concetto tecnico: significa anche avere più libertà di scelta in futuro.
Aggiornamenti incrementali e continui
Molte aziende rimandano la migrazione per anni, accumulando complessità. È un errore.
- Aggiornare ogni 1–2 versioni, invece di saltare 3 o 4 release.
- Pianificare piccole migrazioni periodiche, meno costose e meno rischiose.
- Adottare una mentalità di continuous improvement, trattando Odoo come un ecosistema in evoluzione, non un software statico.
👉 Migrare poco e spesso è meglio che migrare tanto e raramente.
Documentazione costante
Un modulo senza documentazione è una bomba a orologeria.
- Ogni nuova funzione custom deve avere una descrizione funzionale (a cosa serve, chi la usa, in quali processi è coinvolta).
- Il codice deve includere commenti chiari sulle logiche più complesse.
- Manuali per gli utenti interni: spiegano come usare le funzioni custom e aiutano a valutare se sono ancora necessarie.
👉 Una buona documentazione è anche uno strumento di trasparenza verso il management, che può decidere con consapevolezza su costi e benefici.
Evitare il lock-in
Uno dei rischi maggiori delle personalizzazioni è la dipendenza da un unico sviluppatore o partner.
- Usare repository condivisi (GitHub, GitLab, Bitbucket) con accesso al cliente.
- Prediligere soluzioni open source della community (OCA) quando disponibili.
- Creare un team interno formato, anche solo per le basi, così da non dipendere al 100% dall’esterno.
👉 Evitare il lock-in non significa rinunciare ai partner, ma lavorare con loro in un rapporto di collaborazione trasparente.
Test e qualità del software
Un modulo custom va trattato come un software vero e proprio.
- Test automatici: per validare logiche critiche.
- Testing periodico: ogni aggiornamento di Odoo deve prevedere una sessione di test.
- Code review: quando possibile, far revisionare il codice da più sviluppatori per garantire qualità e coerenza.
👉 Investire in qualità significa ridurre bug, rallentamenti e sorprese durante le future migrazioni.
Coinvolgimento delle persone
Le personalizzazioni non sono mai solo “tecnologia”: sono il riflesso dei processi aziendali.
- Coinvolgere gli utenti chiave nella definizione delle nuove funzioni.
- Raccogliere feedback costante su cosa funziona e cosa crea problemi.
- Offrire formazione continua, così che i team sappiano usare al meglio sia le funzioni native che le personalizzazioni.
👉 Un modulo custom utile è quello che semplifica davvero la vita agli utenti, non quello che complica i flussi.
In sintesi
Le best practice per il futuro possono essere riassunte in tre parole:
- Semplicità: meno custom e più standard.
- Qualità: codice pulito, documentato, testato.
- Continuità: aggiornamenti regolari, non salti traumatici.
👉 Con questo approccio, ogni futura migrazione sarà più rapida, più sicura e meno costosa.
Riflessioni finali
Migrare a Odoo 18 con moduli personalizzati non è una passeggiata, ma non deve nemmeno trasformarsi in un incubo. Abbiamo visto come le personalizzazioni siano al tempo stesso una risorsa preziosa e una potenziale trappola: permettono di modellare Odoo sui processi aziendali, ma se gestite male possono bloccare innovazione, aumentare i costi e rallentare l’organizzazione.
La chiave sta nell’approccio:
- Analizzare le personalizzazioni esistenti con occhio critico.
- Decidere cosa mantenere, cosa riscrivere e cosa eliminare.
- Pianificare la migrazione con test, staging e il supporto di partner esperti.
- Documentare e governare le personalizzazioni per evitare di ripetere gli stessi errori in futuro.
Ogni migrazione è anche un’opportunità: l’occasione per fare pulizia, semplificare, sostituire moduli custom con funzionalità native più robuste, e rendere l’intero ecosistema Odoo più stabile e pronto per crescere con l’azienda.
👉 In altre parole, la migrazione non è solo un passaggio tecnico, ma un momento di crescita strategica. Chi lo affronta con metodo e visione ne esce con un gestionale più moderno, più sicuro e più performante.
Se anche la tua azienda si trova di fronte a questa sfida, non aspettare che siano i problemi a costringerti al cambiamento. Pianifica oggi la migrazione, valuta le tue personalizzazioni e trasforma il passaggio a Odoo 18 in una vera occasione di evoluzione.
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❓ FAQ sulla migrazione a Odoo 18 con moduli personalizzati
Sì, ma non sempre conviene. Alcune personalizzazioni possono essere migrate così come sono, altre vanno riscritte per essere compatibili con Odoo 18, mentre molte funzioni sono oggi disponibili in versione standard e rendono superfluo il codice custom.
Dipende dal numero e dalla complessità delle personalizzazioni. Una migrazione standard può richiedere poche settimane, ma con molti moduli custom i tempi possono estendersi a diversi mesi. L’analisi preliminare è fondamentale per stimare tempi realistici.
I rischi più comuni sono la perdita di dati legati a campi custom, incompatibilità del codice con le nuove API di Odoo 18, conflitti tra funzioni personalizzate e quelle native, oltre a costi e ritardi imprevisti.
Il modo migliore è valutare quali moduli mantenere e quali eliminare. Spesso Odoo 18 offre funzionalità native che sostituiscono i vecchi moduli custom, riducendo la complessità e i costi di manutenzione futuri.
Assolutamente sì. Un partner certificato Odoo ha l’esperienza necessaria per gestire refactoring, test e ottimizzazione del codice custom. Inoltre, garantisce un approccio strutturato che riduce rischi e imprevisti.